“I diavoli sono qui” di Louise Penny: STUPENDO

Mi è già capitato di dirvi quanto adori i romanzi di Louise Penny parlandovi dei suoi precedenti libri, pubblicati sempre con Einaudi, (nell’ordine: “Case di vetro“, “Il regno delle ombre” e “Un uomo migliore“). La preoccupazione, quando arriva una storia nuova, è che possa non essere all’altezza.

Con questa autrice non mi è mai successo, anzi. A ogni nuovo libro mi ha sorpresa positivamente. Appena li inizio non riesco più a lasciarli. “I diavoli sono qui” è davvero straordinario, al momento il più bello tra i suoi che ho letto.

TRAMA – Dopo una cena in un bistrot con Gamache e la moglie Reine-Marie, il miliardario Stephen Horowitz, padrino di Armand, viene investito da un furgone. Quello che a tutti sembra un banale incidente, per quanto drammatico, agli occhi del commissario è un evidente tentativo di omicidio. E quando nell’appartamento di Horowitz viene ritrovato un morto, Gamache finirà suo malgrado invischiato in un’indagine che lo trascinerà dalla Tour Eiffel agli antichi archivi della città, dagli hotel più esclusivi a musei che custodiscono enigmatiche opere d’arte. Fino a scoprire segreti tenuti nascosti per decenni, avvolti nel buio che si annida anche negli appartamenti dei migliori arrondissements. Ben presto il capo della Sûreté si ritroverà al centro di una tela di sospetti e menzogne e, per scoprire la verità, dovrà decidere se fidarsi della sua famiglia, dei suoi colleghi, oppure del suo istinto.

Bello, bellissimo. “I diavoli sono qui” è un romanzo davvero stupendo. Louise Penny è riuscita a farmi innamorare di nuovo del commissario Armand Gamache. E dire che io ero già in adorazione!

Quando si leggono romanzi seriali si ha spesso il timore che i libri possano assomigliarsi. O che l’autore/l’autrice non riesca a trovare una chiave nuova e originale per raccontare un’altra storia. Louise Penny, invece, non mi ha mai fatto dubitare, riesce a sorprendermi da tutti i punti di vista.

Non solo per le sue trame, che catturano il lettore sin dalle prime battute, ma anche per le relazioni che i suoi personaggi intrecciano, per i problemi che devono affrontare, i nodi che hanno da sciogliere.

Protagonista è sempre lui, Armand Gamache che ne “I diavoli sono qui” gioca fuori casa, a Parigi. Ma non è solo: ha tutta la famiglia intorno.

Mi è piaciuto come ognuno giochi un ruolo attivo, specie la moglie Reine-Marie. Non ci sono le dinamiche tipiche di un’indagine di polizia, ma ognuno mette la sua competenza al servizio di Gamache per la risoluzione del crimine. Tutti gravitano intorno a lui, con un’attrazione naturale.

Dopo una cena di famiglia, mentre stanno passeggiando tutti insieme, il miliardario Stephen Horowitz, padrino di Armand, viene investito da un furgone. Un incidente? No. A Gamache appare chiaro sin da subito che è stato un tentativo di omicidio.

Immediatamente inizia ad indagare, chiamando un suo vecchio amico ora prefetto di Parigi. Il cadavere di un uomo trovato nell’appartamento di Horowitz non lascia adito a ulteriori dubbi. Bisogna capire chi c’è dietro, se anche Gamache e la sua famiglia sono in pericolo.

Ma di chi si può fidare Armand? Perché tutte quelle bugie? Perché sembra che tutti gli stiano mentendo? Dovrete arrivare alle battute finali del romanzo per avere delle risposte.

I diavoli sono qui” è il tipico romanzo che inizi e non puoi smettere. Louise Penny è bravissima nel snocciolare piano gli indizi, seguendo Gamache da vicino, con tutti i suoi dubbi, le continue domande. Questo fa sì che anche il lettore gli cammini accanto, che elabori le sue teorie, che si senta allo stesso modo spaesato e confuso.

In un crescendo emotivo che si scioglierà solo nelle ultimissime pagine. Il dubbio vi rimarrà attaccato sino alla fine, credetemi.

Ne “I diavoli sono qui” non c’è nulla fuori posto. La precisione del racconto, dei fatti, della raccolta degli indizi, è precisa e dettagliata. Anche se si seguono diverse piste, quasi fosse un romanzo corale, non si ha mai un momento di confusione. Louise Penny è talmente brava a muovere i fili che non ci si può perdere.

Una delle cose che più mi piace è il modo in cui le persone osservano Gamache e come lo descrivono. Ognuno ha un approccio diverso nei suoi confronti, come è normale che sia, ma alcuni tratti rimangono sempre gli stessi. A partire dalla dolcezza e la fermezza nel suo sguardo, i suoi modi gentili e autoritari. Un leader nato, un carisma che non ha bisogno di fare la voce grossa.

I diavoli sono qui” affronta un tema importante che si declina in vari modi: il rapporto padre-figlio. Il legame di Armand con il padrino Stephen, che lo ha cresciuto dopo la morte dei genitori; l’unione di Jean-Guy con Armand, suo mentore, suo amico, suo completamento; la distanza tra Armand e suo figlio Daniel, cominciata tantissimi anni fa, senza che il commissario ne abbia mai capito i motivi.

Ci sarà modo di parare con Daniel, di scontrarsi, di iniziare con un primo passo verso un nuovo percorso, di avere paura di perdersi per sempre. Non vi nascondo che mi sono commossa in più di un passaggio.

Il commissario Armand Gamache nei suoi anni di lavoro ha imparato a conoscere le persone. Louise Penny a ogni nuovo romanzo ci dimostra che sa cosa si cela tra le pieghe dell’animo umano.

Sarebbe corretto iniziare a leggere i romanzi di Louise Penny da “Case di vetro”, ma mi sento tranquilla nel dirvi che se volete cominciare da “I diavoli sono qui” potete farlo. Sono certa che a quel punto vorrete recuperare anche gli altri.

4 pensieri riguardo ““I diavoli sono qui” di Louise Penny: STUPENDO

  • 11 Marzo 2021 in 11:01 am
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    Grazie per la bella recensione. Louise Penny è un’ottima scrittrice, fascinosa e scorrevole come una grande. Sempre una certezza.

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  • 26 Ottobre 2021 in 11:59 am
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    Dopo la tua recensione di gialli della Penny ne ho presi due, “Case di Vetro” e “I diavoli sono qui”. E avevi ragione, sono stati una rivelazione. Scritti benissimo, scorrevoli, bei personaggi e belle trame intricate. Mi piace molto come scrive e penso che non la lascerò più.

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    • 26 Ottobre 2021 in 5:35 pm
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      Che bello, ne sono felice! Adesso ti tocca leggere gli altri due, “Un uomo migliore” è pure bellissimo!

      Risposta

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