“Always be my Baby” di Naike Ror: delizioso

Naike Ror torna in libreria con un’altra, sorprendente, storia d’amore: “Always be my Baby” (Always publishing).

TRAMA – Se c’è una cosa che Joon Seok Parker sa da sempre è che non potrà mai contrastare la variabile che scombina il primo giorno di ogni percorso lui intraprenda. Lo ha imparato a sue spese quando, il primo giorno di scuola materna, si è trovato a difendere un coniglio di peluche celeste con le unghie e con i denti. Non importa quanto Joon arriverà puntuale, quanta pazienza sarà costretto a esercitare, quanto distacco cercherà di mantenere: Dave Peterson scombussolerà puntualmente, e di proposito, la sua pace. Ci sono certezze che per un tipo come Dave, allergico alle regole, sono incrollabili. Ad esempio, trascorrere l’estate a Parigi al termine del liceo, finalmente lasciarsi alle spalle Kerringhton, l’odiata cittadina militare in cui vive con sua madre, e diventare uno scrittore di successo. Nulla potrà trattenerlo nella sua tranquilla e ordinata città natale. Ne è convinto almeno finché, per colpa di un innocuo gioco, Dave non finisce rinchiuso in un sottoscala con Joon Seok, colui che incarna la sua perfetta antitesi. E da quel momento, il filtro attraverso il quale si sono sempre guardati a vicenda, e detestati, cambia. Avversari da sempre, amici mai, Dave e Joon Seok si scontreranno nell’ennesima lotta: razionalità contro istinto, ordine contro caos, odio contro amore. Per la prima volta, nella loro gara senza fine, l’obiettivo non sarà più occupare il posto più alto del podio ma tagliare, tra mille ostacoli, il traguardo insieme. La spensierata storia d’amore queer di due giovani amici nemici che scoprono di provare sentimenti l’uno per l’altro.

Un lettore sa quanto può essere confortante leggere un romanzo di uno scrittore che si ama. Io, come lettrice, sto affrontando un periodo in salita: inizio un libro e dopo trenta pagine lo poso, le trame mi sembrano tutte uguali, gli espedienti ridondanti e fin troppo “furbi”, e non riesco ad avvertire nulla nella pancia.

Per fortuna Naike Ror è tornata in libreria con una storia. Ho ricevuto “Always be my Baby” da parte della casa editrice, che ringrazio di cuore, l’ho iniziato la mattina e l’ho finito la sera. Il lavoro è stato accantonato, il pranzo è slittato quasi al momento della merenda, si è fatto buio senza che me ne accorgessi. Io dovevo continuare a leggere, non potevo smettere.

Sentivo il bisogno di tornare a vibrare insieme alle parole di un libro, e con la scrittura di Naike Ror è avvenuto tutto in modo naturale. Come scrivevo prima, è stato un vero e proprio conforto ritrovare quel tipo di emozione.

Ma veniamo al libro. Ritengo che “Always be my Baby” abbia diversi punti di forza. Innanzitutto, i dialoghi, con la loro spontaneità, la loro naturalezza. Naike Ror ha saputo dare voce a due adolescenti, molto diversi tra loro, in modo credibile, senza sbavature o forzature. E poi, sono sapientemente inseriti in un contesto, rendendo armonioso il momento descritto (questa è una piccola nota da editor che si ritrova davanti pagine intere ricoperte di “disse“) e rispecchiando le emozioni dei protagonisti.

Dave e Joon sono perfettamente tratteggiati, a tal punto da non riuscire a credere di non averci mai scambiato due chiacchiere per davvero, tra una lezione e l’altra, oppure in mensa. Dave, poi, a volte ho avuto l’impressione che potesse uscire da quelle pagine, portare ulteriore caos nella mia vita, lasciare che uno dei suoi calzini finisse dentro la mia aspirapolvere, rubarmi il muffin al cioccolato che stavo per mangiare e chissà che altro.

Sì, devo dire che ho sviluppato un certo debole per quel ragazzo pieno di lentiggini, sempre in ritardo che ama scrivere. Ma Joon non mi ha regalato meno emozioni. Sua è una delle frasi che ho sottolineato: “Sto bene con la persona che sto diventando”.

Credo sia importante – in qualsiasi storia d’amore che viene raccontata, ma di più quando i protagonisti sono giovani – che il legame che unisce due persone non sovrasti la scoperta di sé compiuta dal singolo. Ritengo che solo capire chi siamo, e iniziare a comprendere come volerci bene, possa darci la possibilità di aprirci all’altro e quindi concedere parte del nostro cuore.

In “Always be my Baby” sono descritti i due percorsi dei protagonisti (anche se quello di Dave vi potrà sembrare più evidente, prestate attenzione al modo in cui si mostrerà Joon) e soprattutto si insiste sul fatto che non è necessario “cambiare” per un’altra persona, perché c’è amore – ma anche amicizia – solo se c’è totale libertà di esprimersi, di esporsi, di essere sé stessi. C’è amore – di coppia, tra amici, tra genitori e figli – quando c’è rispetto per chi abbiamo di fronte, per le sue scelte e per le sue aspirazioni. E credo che, oggi più che mai, questo messaggio debba essere diffuso quanto più possibile.

Non so se sono stata abbastanza chiara, ma “Always be my Baby” mi è piaciuto molto. Ne avrei lette altre 200 pagine? Sì. Avrei voluto sbirciare ancora un’altra po’ nelle vite di Dave e Joon? Sì, assolutamente sì. Mi sono riletta l’epilogo tre volte? Sì.

Grazie Naike, era questo il libro che stavo aspettando. ♥

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