“La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi: un thriller che ribalta le regole

(Recensione e foto di Azzurra Sichera)

Quando inizi a leggere un thriller sai – più o meno – cosa ti aspetta. Sai che ci sarà un buono e un cattivo, uno per cui tifare e uno per cui provare rabbia o disgusto a seconda dai casi, ma Donato Carrisi è un maestro nel ribaltare le prospettive, tanto da farti chiedere, a ogni pagina e per davvero fino all’ultima, da che parte sta il bene e chi è il vero mostro.

Ne “La ragazza nella nebbia” (Longanesi) rende le cose ancora più complesse perché fornisce al lettore un personaggio sgradevole, l’agente speciale Vogel, che per sua stessa ammissione non ha idea di come si indaghi, non ha mai usato la pistola, non gli interessano le prove scientifiche, ha un taccuino nero su cui in realtà non prende appunti sul caso, non gli importa se a finire dietro le sbarre è un innocente.

Si cura perfettamente del suo look, sceglie con cura la cravatta da abbinare a ogni completo, vuole a tutti costi tenersi la sua carriera e, cosa più importante, sa perfettamente come manipolare i media.

Sì perché avviene un crimine ogni 7 secondi ma solo alcuni di loro riescono a catturare l’attenzione della stampa, dei telegiornali, dei talk show. Sono solo alcune le vittime di cui si parla per settimane, mesi, se non addirittura anni. Perché il pubblico vuole sapere, anche se spesso la verità che gli viene fornita è stata costruita a tavolino.

Carrisi costringe il lettore a farsi delle domande scomode, insinua un tarlo che probabilmente starà lì per un po’. L’autore però lo fa per il suo bene: una coscienza critica è la cosa migliora da coltivare di questi tempi.

“Ricordate: è il cattivo che rende la mediocrità più accettabile, è lui che fa la storia”. 

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