“Calendar Girl”, un altro erotico (seriale) da evitare

Ammettiamolo, il marketing è una gran cosa, così come la pubblicità. Beati quelli che hanno budget cospicui da spendere per promuovere al meglio i loro prodotti, soprattutto perché funziona. E quindi va più o meno così: più hai soldi da investire più vendi. In questo modo i grandi diventano sempre più grandi e i piccoli, anche se carini, simpatici, educati, grandi lavoratori, un giorno probabilmente getteranno la spugna.

Scusate l’introduzione polemica ma ci sono cose che mi “fanno prudere le mani”. Veniamo al dunque. Ho comprato, dopo aver visto non so più quanti spot pubblicitari, “Calendar Girl” (Mondadori), promosso e reclamizzato come il libro dell’estate. E in effetti ci accompagnerà tutta l’estate dato che sono quattro volumi, in uscita uno ogni mese fino a settembre.

Lasciatemelo dire chiaro e tondo: è una fregatura. Tendenzialmente se un libro non mi è piaciuto evito di scrivere un post ma questa volta non posso esimermi perché quando è troppo è troppo.

Cerchiamo di procedere con ordine. Mia è una ragazza di 24 anni che ha dovuto crescere in fretta dopo che la madre se n’è andata di casa quando aveva solo 10 anni. Da quel momento si è dovuta occupare della sorellina, cinque anni più piccola di lei, e ha dovuto rimediare ai casini del padre che dopo essere stato mollato dalla moglie ha affogato i dispiaceri nell’alcol, mettendosi anche a scommettere soldi che non aveva. E adesso deve 1 milione di dollari a uno strozzino che, caso vuole, è stato anche uno dei quattro uomini della vita di Mia.

Caso vuole – di nuovo – che la zia di Mia, sorella della madre, abbia una facoltosissima agenzia di escort. Mia, essendo una delle donne più belle del mondo (solo così si potrebbe spiegare il suo successo) decide di lavorare per zia Millie: in questo modo in un anno riuscirà tranquillamente a racimolare i soldi. Sì perché ogni cliente “affitta” una ragazza per 24 giorni (gli altri sei giorni del mese sono per i ritocchi di bellezza) per la modica cifra di 100 mila dollari. La cara zia Millie affitta le ragazze ma nel contratto non è previsto che facciano sesso con i clienti: in caso l’escort decida di concedersi, il cliente deve pagare un 20% in più direttamente alla ragazza.

Tutto chiaro fin qui? Bene. La trama potrebbe pure essere interessante, il problema rimane lo svolgimento. Mia intanto riceve proposte dai clienti 30 secondi dopo che le sue foto sono state messe sul sito dell’agenzia e guarda caso da uomini incredibilmente belli, stra-milionari, con un fisico marmoreo e straordinariamente bravi a letto. Quest’ultimo particolare lo sappiamo perché Mia, amante del sesso inutile dire il contrario, nel primo libro si concede a due uomini su tre. No, a marzo non era timida, solo che lui è gay e quindi non si eccita quando si baciano per finta (mentre lei ovviamente sì).

E quando la cara zia Millie le dice che sul conto corrente i primi due clienti le hanno versato il suo 20% in più si indigna, fa il diavolo a quattro, e continua a ripetere che non è una prostituta. Insomma, il suo è amore. Ama Wes, il bellissimo e abbronzatissimo Wes conosciuto a gennaio, che l’ha fatta sentire come mai nessuno al mondo, con cui è stata sincera fin dal primo giorno. Lo stesso uomo che le ha detto che sarebbe disposto a darle tutti i soldi che le servono, pur di averla al suo fianco. Lei lo ama così tanto che gli ha detto di “no” perché deve finire questo anno da escort che lei chiama “il suo viaggio”, deve per forza anche se non si capisce il motivo, ed è così profondamente legata a lui che dopo sei giorni è nel letto dell’artista francese che conosce a febbraio. Però comunque si scambiano degli sms, vuoi mettere? Anche a marzo pensa sempre a Wes perché, dato che con Tony il pugile/ristoratore gay non batte chiodo, ci fa sesso telefonico e poi anche dal vivo. Ma niente illusioni sono solo “amici”.

Giusto per farvi un’idea:

Non potevo permettere al sentimento che nutrivo per lui di intromettersi in ciò che stavo facendo, o nelle esperienze che mi ero ripromessa di fare. Non avevo idea di dove mi avrebbe portata la vita nei nove mesi successivi. Mi sarebbe piaciuto spiegare le vele e andarmene via da tutto, far pagare a Wes il mio debito e correre da lui, ma dovevo farcela da sola. Sarebbe stato l’anno in cui avrei deciso che cosa volevo fare della mia vita. A prescindere da quanto il mio cuore volesse correre da lui, la mia testa aveva deciso: per i successivi nove mesi avrei vissuto la vita che volevo, e avrei protetto mio padre da se stesso.

Va bene che è un romanzo erotico ma un minimo di credibilità non potrebbe mantenerla? A me piacciono i romanzi rosa anche per il sogno che viene raccontato, per la magia che può succedere solo nelle pagine di un libro, per quella dose di improbabilità che ci fa battere il cuore. Ma quando un pizzico diventa una manciata, il risultato non è più tanto gradevole.

Nei prossimi mesi Mia incontrerà altri uomini, senza dubbio super belli e super ricchi, probabilmente finirà nel letto di tutti continuando a pensare a Wes, perché come sostiene l’amore ha mille declinazioni diverse, anche se finiscono tutte allo stesso modo nel suo caso. Perché in fondo la ragazza vuole solo divertirsi e lo dice pure ma quello che un po’ mi dà fastidio è che lo faccia camuffandolo: lo sta facendo per salvare suo padre dal suo strozzino e per far andare sua sorella al college. E sì in fondo, ma solo in fondo, perché le piace.

Un’ultima cosa: “Calendar Gilr” vuole essere un romanzo erotico? E allora perché trasformarlo in una specie di romanzo di formazione? Mia alla fine di ogni mese dice di aver imparato qualcosa ma secondo me si è solo divertita indossando abiti stupendi senza dover pensare a come pagare le bollette.

Insomma, il fenomeno probabilmente non avrà lo stesso successo di “50 sfumature” ma la banalità è identica. Peccato. Davvero peccato.

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