“Devil’s Kitchen” di Candice Fox: impossibile mollarlo
Dopo “Fuoco al fuoco“, Marcos y Marcos porta in Italia un altro incredibile romanzo di Candice Fox, “Devil’s Kitchen“.
TRAMA – I vigili del fuoco dell’Engine 99 sono i migliori di New York. Quattro di loro, super-eroi abituati al peggio del peggio, si tuffano in operazioni impossibili, salvano vite umane, evitano distruzioni catastrofiche. Peccato che spesso gli incendi li provochino loro, che se ne approfittino per saccheggiare milioni di dollari, montagne di gioielli, opere d’arte. Grazie anche ad attrezzature e tecnologie d’avanguardia, sono fra i criminali più ricchi della East Coast. Andy Nearland – lucida, forte, spietata – sale a bordo dell’Engine 99 sotto copertura poco prima di un colpo clamoroso; per dare – almeno, in apparenza – una mano a Benjamin Haig, ‘pentito’ della gang per ragioni sentimentali, e inchiodare i ‘fantastici’ quattro per l’omicidio di un poliziotto. Il rapporto di Andy con l’FBI non è del tutto limpido, il suo passato pieno di punti interrogativi, la sua posizione in bilico tra lealtà e menzogna. Ma la sua tenacia ed energia, le modalità imprevedibili, ben poco ortodosse con cui mette sotto pressione tutti – inclusi noi – fanno di lei un personaggio magnetico.

Il fuoco non ha regole. L’ultima magia rimasta a questo mondo
Candice Fox parte a bomba già nella prima pagina di “Devil’s Kitchen“. Entriamo sin dalla prima frase del libro nel vivo dell’azione e io mi sono chiesta, appena quattro pagine dopo, quando il romanzo inizia “tre mesi prima”, perché scegliere di dare in pasto al lettore quella anticipazione così enorme.
E poi, mi è bastato andare avanti con “Devil’s Kitchen” per capirlo. Perché questo romanzo si legge nelle costante tensione di arrivare in quel punto lì, perché si vuole sapere come andrà a finire. E quindi la lettura diventa vorace, frenetica, e scorre via soprattutto grazie alla scrittura magnetica di Candice Fox e alla sua maestria nel creare personaggi così complessi e sfaccettati.
Un’autrice capace, però, di scompaginare le regole perché la tensione di quel prologo era nulla in confronto al resto. Perché, non appena si arriva al punto descritto all’inizio, manca ancora un altro quarto di romanzo in cui succede davvero di tutto. Ecco perché sarebbe impossibili parlarvi della trama di “Devil’s Kitchen“.
Però posso provare a raccontarvi come il ritmo narrativo salga, senza concedere mai una tregua. Come alcune pagine si leggano trattenendo il fiato, e come metà del libro si divori senza riuscire più a mollarlo. Come si possano fare delle ipotesi, ma che alla fine poche saranno quelle corrette.
Nella narrazione si alternano il pov di Andy, un personaggio così stratificato e multiforme che meriterebbe un’intera serie di romanzi, e quello di Ben, un uomo profondamente diviso, in bilico, in continua oscillazione. Candice Fox è semplicemente straordinaria per come riesce a fare entrare il lettore nelle loro vite, giocando tra bugie e finzione, tra inganno e verità, portando chi legge sul continuo chi va là, proprio come succede a quei due.
È una storia densa quella raccontata in “Devil’s Kitchen“, una storia che si arricchisce di personaggi crudeli e spietati come Matt, Engo e Jack, descritti in modo talmente nitido che sembra quasi di vederli, mentre si scambiano delle occhiate, mentre pensano a quello che hanno vissuto insieme e che deve rimanere segreto, mentre si chiedono loro per primi come finirà questa storia.
Terminata la lettura di “Devil’s Kitchen” mi sono chiesta se un altro finale sarebbe stato possibile. Mi sono chiesta quanto l’autrice ci abbiamo pensato a come chiudere questa storia, a che epilogo dare ai suoi personaggi. Quanto a lungo si sia interrogata sul concetto di giusto e sbagliato, quanto sul concetto di colpa e di espiazione.
Perché alla fine di questo tratta “Devil’s Kitchen“. Si attacca alle fragilità, al lato oscuro degli esseri umani, nel tentativo di capire se esiste una redenzione, un pentimento, o se il buco nero che si è scavato negli anni serva solo a piombare in un abisso ancora più oscuro. Si può rinascere o si è solo destinati a inciampare nel tentativo?
Al secondo romanzo di Candice Fox che leggo, posso dire che descrivere i suoi romanzi come dei gialli o dei thriller mi sembra quasi riduttivo. Non che non sia corretto farli rientrare in quelle categorie, ma credo che la scrittura di questa autrice travalichi le – a volte troppo stringenti – etichette e finisca per regalare al lettore non solo del puro intrattenimento, inteso nella migliore accezione possibile, ma anche tanti spunti di riflessione sulla natura umana, sui legami con gli altri, sulle percezioni del sé e su quanto gli eventi influiscano sulle scelte di ognuno di noi.
Un’autrice che è stata una rivelazione e che si conferma sorprendente. Se amate il genere e siete sempre a caccia di voci nuove, Candice Fox è assolutamente da scoprire. Per rimanerne incantati.
