“La guerra delle due Regine” di Jennifer L. Armentrout: bello, bello, BELLO!

La guerra delle due Regine” è il quarto volume della serie Blood and Ash a firma di Jennifer L. Armentrout (1. “Sangue e cenere“, 2. “Regno di carne e fuoco“, 3. “La corona di ossa“; a cui poi è seguito il primo volume della serie prequel, Flesh and Fire, con 1. “Un’ombra fra le braci“) pubblicato da HarperCollins.

TRAMA – Casteel Da’Neer ha provato sulla sua stessa pelle quanto la Regina di Sangue sia astuta e crudele, ma nessuno, nemmeno lui, avrebbe mai potuto prevedere fino a che punto si è spinta: ciò che ha fatto è a dir poco inimmaginabile. Niente impedirà a Poppy di liberare il suo Re e distruggere tutto ciò che la Corona di Sangue rappresenta. Con la forza del Primordiale della Vita a guardarle le spalle e l’aiuto dei Wolven, dovrà convincere i generali di Atlantia a combattere la guerra a modo suo… perché a questo punto nessun’altra opzione è possibile se vuole costruire un futuro di pace per entrambi i regni. Insieme, Poppy e Casteel devono abbracciare tradizioni vecchie e nuove per salvaguardare i loro cari e proteggere gli indifesi. Ma la guerra è solo l’inizio. Gli antichi poteri primordiali si sono risvegliati, rivelando l’orrore di ciò che era iniziato secoli prima. E forse, per porre fine a ciò che la Regina di Sangue ha cominciato, Poppy dovrà diventare ciò che è stato profetizzato per lei… e ciò che teme di più.

Io amo moltissimo questa serie e anche il quarto volume non mi ha deluso, anzi. Devo dire che ho avuto il batticuore in un sacco di momenti, e alla fine sono stata scossa da brividi. 

Voglio subito chiarire che questo post non conterrà spoiler su “La guerra delle due Regine“, ma è probabile che nel parlarne farò riferimento a fatti avvenuti nei precedenti romanzi; quindi, se non li avete ancora letti e non desiderate delle anticipazioni, il mio consiglio e di non correre rischi e interrompere qui la lettura!

Ho sentito in molti esprimere pareri non proprio positivi sulla prima parte de “La guerra delle due Regine“, ma secondo me è stata invece molto funzionale. Cas è tenuto prigioniero da Isbeth e Poppy ha tutta l’intenzione di andarselo a riprendere, ma prima deve avanzare con il suo esercito per togliere alla Corona di Sangue i territori che ha conquistato e riportare quella pace che tanto sperano di donare con il loro Regno. 

Quindi tutta la prima parte non solo è molto interessante per capire i piani di Poppy e quale strategia sta usando, ma a mio avviso è stata fondamentale per scrivere e dettagliare il rapporto sempre più stretto tra lei e Kieran. Specie in vista di quello che succede nel famoso capitolo 44, di cui sono certa tutti siete a conoscenza. 

Mi è capitato di dire che la Armentrout ha gestito questa parte, che per molti rappresenta un vero e proprio scoglio, in modo molto elegante, lasciando che il momento fosse un po’ fumoso, confuso, senza scendere in dettagli che non servivano. Scorre via liscio in modo da sembrare più che naturale, e non è mai volgare. Quindi direi a quanti si sono lasciati frenare di non preoccuparsi, a reggere tutto è sempre e soltanto l’amore.

In “La guerra delle due Regine” Poppy deve fare i conti con i suoi sentimenti e gestire ciò che sta diventando, oltre a non farsi condizionare da una Profezia che la terrorizza quando crede di non poterle sfuggire. Finalmente però tira fuori gli attributi e combatte come una vera e propria furia. Ho adorato – non quanto Cas, ovviamente – questo suo lato coraggioso e impavido.  

Le rivelazione di questo romanzo sono tantissime (ho decine di schemi che devo costantemente aggiornare perché è tutto un: “Eh, mi dispiace, non è come vi hanno detto!”), e ovviamente anche in questo caso il finale è più che aperto. Da brividi, come scrivevo sopra. 

Non credo possa aggiungere altro solo che la bravura della Armentrout, per quanto mi riguarda, si conferma libro dopo libro, e credo che non sia da tutti creare un mondo, e una storia, come questa. Così complessa ma anche straordinaria. Non vedo l’ora di continuare questa serie per poi, perché no, ricominciarla dall’inizio!

 

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