“Il nido delle cicale” di Anna Martellato: ricco di suggestioni

La scrittura di Anna Martellato mi aveva emozionata ne “La prima ora del giorno” e adesso torna a sorprendermi ne “Il nido delle cicale” (Giunti).

TRAMA – Che cosa faremmo se un giorno scoprissimo che la nostra vita è un castello di sabbia e che nulla di quello che abbiamo costruito è autentico? Succede a Mia, compagna di Alessio, architetto di successo a Stoccarda. Per seguirlo, lei ha rinunciato a tutto, anche ad avere figli. Finché un giorno scopre che Alessio le ha nascosto una verità impossibile da accettare. Mentre tutto precipita, Mia torna dopo vent’anni di assenza nella grande casa di famiglia, sulle sponde del lago di Garda, dove abita la madre Vittoria, una donna eccentrica e autoritaria che vive cristallizzata nel passato e che Mia ha allontanato da sé molto tempo prima, a causa di un grave trauma familiare. Ma qui rivede anche Luca, il ragazzo diventato uomo di cui era innamorata da adolescente. Sarà lui a svelarle i segreti della coltivazione della lavanda e delle piante officinali da cui trae rimedi e unguenti. Su quelle colline profumate e inondate di sole Mia ritroverà per la prima volta un senso di pace e armonia. Che sia questo il modo di curare le proprie ferite e rinascere come fanno le cicale dopo un lungo sonno? Ma anche nella vita di Luca c’è un passato scomodo e doloroso che potrebbe costringere Mia a fare di nuovo i conti con la realtà…

Con “Il nido delle cicaleAnna Martellato fa ancora una volta i conti con gli scheletri del passato dei suoi protagonisti, con gli “irrisolti” che si trascinano e che non fanno vivere loro il presente nel modo più pieno.

Potremmo semplificare dicendo che il romanzo racconta la storia di Mia, ma sarebbe riduttivo descriverlo in questi termini. “Il nido delle cicale” racconta un frammento del presente di ognuno dei protagonisti della narrazione, i quali ruotano (e sono rimasti imbrigliati) attorno a un unico evento, quel “trauma familiare” di cui si fa cenno nella trama e che non anticipo per non rovinare il piacere della lettura.

Da quel momento, ogni strada che sembrava tracciata si è interrotta, ogni cammino ha cambiato direzione. Le carte sono state scompigliate e ognuno dei protagonisti non ha più saputo in che modo giocarsi la partita. Hanno dovuto abbozzare, improvvisare, tentare. C’è chi è riuscito ad andare avanti, chi è rimasto intrappolato in quel giorno. Chi, invece, ha voluto allontanarsi.

Tutto cambia quando Mia torna nella vecchia casa di famiglia, imponendo a ognuno di loro di fare i conti con quello che è stato, a fare pace con se stessi. A capire, a motivare, a perdonare e a perdonarsi.

Sarà la frase di Efra a mettere tutto a posto, nelle ultime pagine. Una frase che fa tirare un sospiro di sollievo e che spero anche Luca abbia sentito, anche se era appena arrivato.

Il romanzo si chiude, ma da lì in poi si potrebbe aprire un’altra storia. Un’altra strada, un altro incontro, un altro confronto. Chi lo sa, magari Anna Martellato in futuro vorrà raccontarci ancora di Mia…

Ritrovare la scrittura di questa autrice è stata una boccata d’ossigeno. Amo il modo in cui Anna Martellato riesce a descrivere i luoghi ma anche gli stati d’animo, il suo stile rende la narrazione viva e piena di colori.

Il nido delle cicale” è scritto così bene che si legge in poco tempo e se ne vorrebbe ancora un altro po’, una volta terminato. Suggestivo, emozionante, un romanzo che è una conferma della sensibilità e del talento di questa autrice, capace di raccontare storie di cambiamento e di trasformazione con grande umanità, lasciando al lettore un pizzico di sé.

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