“Sweet Sixteen” di Valentina Ferraro: davvero bello!

Sweet Sixteen” di Valentina Ferraro mi è piaciuto molto. È il primo romanzo che leggo dell’autrice e sono certa che non sarà l’ultimo…

TRAMA – Quanti segreti sei disposto a mettere nelle mani dell’unica persona con la quale non puoi permetterti di avere un debito? Lo sa bene Emeric: nessuno. Eppure, Rylee Winters, dal giorno del suo sedicesimo compleanno, sembra essere ovunque. O forse c’è sempre stata, ma lui non voleva guardare. Non voleva che, su otto miliardi di persone nel mondo, fosse proprio la Winters a tirarlo fuori da una brutta situazione. Perché dal giorno in cui Rylee ha messo piede alla Monarch Bay Prep, Emeric ha contribuito a farle degli scherzi crudeli e, a queste condizioni, quante probabilità ci sono che sia disposta a mantenere i suoi segreti?
Poche. Pochissime. Gli scherzi finiscono ora.
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Rylee Winters tutto si sarebbe aspettata tranne che di diventare il bersaglio preferito di un branco di bulli. Qualcuno avrebbe dovuto avvisarla che a regnare sull’intero corpo studentesco della Monarch Bay Prep ci sono dei veri e propri Re. Ha sopportato le loro umiliazioni per un anno intero, finché, un giorno, hanno semplicemente smesso. Non c’è bisogno di fare domande: il ragazzo per il quale il suo cuore batte all’impazzata dal primo giorno è in debito con lei. E ha promesso di lasciarla in pace. Eppure, la cosa peggiore di tutte è stata venire a patti con una verità che non pensava possibile: essere ignorata da Emeric Lay Lawrence è di gran lunga peggio che essere tormentata da Emeric Lay Lawrence. L’estate è alle porte e Rylee ha tutte le intenzioni di fare in modo che sia indimenticabile. Ma basterà mettere un po’ di distanza fra loro per cancellare i torti subiti e risanare ferite invisibili, o la prossima umiliazione è proprio dietro l’angolo?

Cosa c’è di meglio di uno YA scritto bene? Per me si tratta di una categoria davvero difficile da “maneggiare”: i rischi sono tanti, e il primo è quello di non risultare credibile, nel dare voce a personaggi così giovani.

Valentina Ferrero, invece, ci è riuscita molto bene. Rylee mi ha fatto sentire sulla pelle tutte le gioie e i patemi del primo amore, così come tutte le ansie legate alla scuola e all’essere presa di mira. Il suo continuo travaglio interiore – come fa a piacerle quel ragazzo che non muove un dito quando si prendono gioco di lei?? – l’ho trovato autentico e ben tratteggiato, così come il fuoco che le divamperà dentro quando quel desiderio a lungo ammirato da lontano si troverà a un soffio da lei.

Ma parliamo di Emeric. Perché, per quanto io possa essermi affezionata a Rylee, “Sweet Sixteen” è il suo romanzo. Da un certo punto in poi si prende la scena, senza mezzi termini, e conquista i nostri cuori. Il modo in cui si offre a Rylee, il modo in cui cede ai suoi sentimenti, mi hanno intenerita molto.

La sua sofferenza annienterebbe chiunque, ma Emeric resta saldo per amore dei suoi fratelli, e perché per fortuna ha una rete di sicurezza pronta a dispiegarsi per lui. Luke, ma anche Travis, che si rivelerà molto diverso da come appare all’inizio del romanzo (ci sarà un libro dedicato a lui???).

E quel romanticismo dell’ultima parte del romanzo credo che conquisterebbe anche i cuori più algidi.

Mi è piaciuto il modo in cui si parla di sesso in “Sweet Sixteen“. La nostra protagonista è ancora vergine, ma non per questo passa da innocente a pornostar nel giro di una notte (come succede in molti YA, ahimè). Scopre il sesso e i suoi piaceri con insicurezza, con paura, e poi con timida sfrontatezza. Si lascia andare a quello che Emeric le provoca, le fa sentire ed è molto bello come rimanga sempre un momento di gioia, di condivisione di emozioni, e non un “lì bisogna inserire una scena in cui sono nudi”.

In questo romanzo ci sono tante dinamiche narrative che mi piacciono molto, e che io per prima ho usato nelle mie storie. I segreti, il non sentirsi all’altezza, la liberazione nell’affidarsi e nel fidarsi di qualcuno, un amore che riesce a essere presenza senza diventare pretesa, un passato doloroso che determina il presente, e un futuro a portata di mano pronto a rimetterlo in discussione.

Il contesto attorno ai due protagonisti è molto ricco e amo quando una storia si inserisce con disinvoltura in uno scenario più ampio, indica senza dubbio una padronanza da parte dell’autrice della trama e dell’arco narrativo.

Ma vogliamo parlare di nuovo di Emeric? No, perché se non fosse chiaro è lui il primo motivo per cui dovreste leggere “Sweet Sixteen“. E poi, per tutto il resto.

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