“The butcher. Il risveglio di Steven” di Philip D. Kutnetsov: una lotta contro il male

È un romanzo che scorre via veloce “The butcher. Il risveglio di Steven” di Philip D. Kutnetsov (Vallecchi). Un romanzo che probabilmente con la stessa velocità con cui si legge, si dimentica.

TRAMA – Una sera d’inverno, dopo il lavoro in macelleria l’italoamericano Steven Minelli torna nella sua casa isolata adiacente al bosco. Dopo cena, mentre sta suonando la chitarra, dalla finestra vede arrivare dei fari. Un’auto si ferma, poi un grido, una portiera sbatte. Incuriosito va a dare un’occhiata con la torcia elettrica scoprendo in un fosso una donna in abito lungo ferita gravemente alla gola. Steven la porta dentro e sul tavolo di cucina, utilizzando il kit medico in dotazione all’esercito americano, le salva la vita. Da qui inizierà un’avventura rocambolesca che lo obbligherà a fare i conti col passato e ad agire portando alla luce una vicenda che lega politica, denaro e pedopornografia.

Si legge davvero in una manciata di ore “The butcher. Il risveglio di Steven“, complici i capitoli brevissimi, di una pagina o di due, e il ritmo serrato della narrazione.

Nulla, però, che non si sia già letto o visto da qualche altra parte. Il protagonista, Steven, è un Marine generoso e pronto a fare giustizia a costo della vita, che nasconde un passato i cui contorni rimangono sfumati.

C’è una donna in pericolo, un uomo in nero pronto a uccidere, e un uomo ancora più spregevole convinto di poter cancellare i propri peccati a suon di banconote.

Il ritmo diventa sempre più serrato man mano che si procede nella narrazione, e per un tratto quella di Steven sembra quasi una battaglia a due. Steven che può contare sul valido aiuto da parte di un amico, dall’altra parte dell’oceano, per mettere insieme i pezzi.

Devo dire che ho trovato molto interessante l’escamotage finale per “la risoluzione” della vicenda, troppo complessa per poter seguire un normale iter di giustizia. È dura da digerire, ma Steven è brutalmente onesto nella sua disamina e mi sono trovata a essere d’accordo con lui, per quanto deprimente possa essere.

The butcher. Il risveglio di Steven” è un libro che si legge volentieri ma, come ho scritto in apertura di post, non credo che sia uno di quelli da annoverare tra gli “indimenticabili”. Piacevole, sì, ma una volta finito lascia poche tracce di sé.

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