“La ragazza che cancellava i ricordi” di Chiara Moscardelli: molto carino

Mi è piaciuto tanto “La ragazza che cancellava i ricordi” di Chiara Moscardelli (Enaudi), ma onestamente non posso dire che questa autrice mi abbia mai deluso finora. Se siete in cerca di un giallo dinamico, divertente e accattivante, la Moscardelli è una garanzia!

TRAMA – Fa disegni sulla pelle per coprire i ricordi o per fissarli, sa usare qualunque tipo di arma e conosce ogni tecnica di sopravvivenza. Ma con gli uomini è una frana, anzi li tiene proprio alla larga. È convinta che sarà sempre sola, ma forse sta per essere smentita. Olga ha trentanove anni, abita in un paese al confine con la Svizzera ed è ossessionata dalla paura di perdere la memoria, com’è successo a sua madre. È stata lei a chiamarla come la Cechova, ma se l’allieva di Stanislavskij era corteggiatissima, Olga ha sempre diffidato dei maschi. «La tatuatrice che cancella i brutti ricordi», l’ha definita il «Corriere», dando una sgradita notorietà proprio a lei, cresciuta isolata come aveva deciso suo padre, che l’ha iniziata all’arte del combattimento. Quando scompare Melinda, un’amica milanese tatuata anni prima, Olga si getta nella sua ricerca. Così incontra l’attraente giornalista Gabriele Pasca, che sovverte ogni sua certezza sui sentimenti. Per scoprire che cosa si cela dietro le sparizioni di diverse donne, Olga dovrà sfuggire a un uomo spietato che la insegue. Un uomo con una piovra tatuata sul collo.

Se c’è una cosa che mi dà sempre grande gioia nei romanzi di Chiara Moscardelli sono i dialoghi. Anche in “La ragazza che cancellava i ricordi” ci sono scambi di battute fulminanti, incredibilmente ironiche e divertenti, surreali e sfibranti, ma sempre di grande effetto.

Gabriele Pasca, poi, in questo romanzo dà davvero il meglio di sé. Non ci poteva essere co-protagonista più adatto di lui, nel porsi accanto – e in contrapposizione – a Olga, tatuatrice solitaria, che credeva di aver fatto suoi tutti gli insegnamenti sul padre, specie quelli sul non mantenere rapporti con nessuno.

Senza capire – o forse, senza nemmeno accorgersene – di aver creato attorno a sé una piccola comunità. Anche questo è un elemento che ritorna nei romanzi della Moscardelli, una cornice di personaggi secondari variopinta e allegra, che aggiungono quel pizzico di sale necessario per rendere ancora più interessante la narrazione.

L’autrice sa delineare perfettamente le caratteristiche di ognuno, giocando anche su alcuni tratti chiave, che fanno venire voglia di conoscerli di persona, o magari di farsi fare un giro di tarocchi.

Il giallo raccontato ne “La ragazza che cancellava i ricordi” incrinerà la corazza di Olga, la quale dovrà fare i conti con la figura paterna, e accettare l’amore delle persone che le stanno vicine, anche quello di un certo campione di coccole, molto poco coraggioso, ma sicuramente impavido.

Sarà anche lo spunto per farsi nuove domande, o per pronunciare ad alta voce quelle che aveva sempre tenuto nascoste nel cuore, e per capire quale direzione prendere da adesso in avanti. Eh, perché quella di Olga, potrebbe essere una storia ancora tutta da scrivere.

Sono curiosa, lo ammetto, ma allo stesso tempo vorrei chiedere a Chiara Moscardelli: e di Teresa Papavero, avremo presto altre notizie?

Per anzianità direi che in questo momento voglio più bene a Teresa (sì, Agata, pure a te sono affezionata, stai tranquilla), ma Olga è un personaggio che si fa amare molto facilmente. Quindi, uffa, che si fa adesso?

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