“Se son rose” di Massimo Vitali: brillante

Se state cercando un libro particolare, con un uso ironico e brillante delle parole, allora “Se son rose” di Massimo Vitali (Sperling) è il romanzo che fa per voi!

TRAMA – Ogni tanto è giusto prendersi una pausa di riflessione. Meno giusto se sono gli altri a costringerti. È quello che succede a Roversi, centodieci chili di pacifiche abitudini, quando nello stesso giorno il suo capo lo licenzia e sua moglie lo lascia. Per iniziare a riflettere, Roversi si infila nel cinema Corallo, dove rimane chiuso a chiave nel bagno delle donne. Deciso a non uscire più, darà udienza a una processione variopinta di visitatori: fabbri, anziane cultrici di film western, venditori porta a porta, preti, ex colleghi, genitori, idraulici, cani, pianisti, travestiti, psicanalisti… E fra i tanti una donna, naturalmente. La sua.

“Se sono rose” di Massimo Vitali è l’esempio di quanto la creatività e l’amore per le parole possano dare vita a storie surreali e allo stesso tempo dense di significati.

Nello stesso giorno, il capo e la moglie di Roversi gli dicono che sarebbe meglio se si prendesse una pausa di riflessione, per pensare un po’ a che tipo di dipendente e di marito sia stato negli ultimi anni. Per una serie di coincidenze, rimane chiuso dentro il bagno delle donne di un cinema e… decide di restarci.

Inizierà una vera e propria processione, una via vai di personaggi alquanto variegati, che finirà per assottigliare il tempo per riflettere. O forse, no?

Alcuni busseranno a quella porta più di una volta, come l’amico di sempre Pancaldi. Altri saranno compagni di viaggi inattesi ma dai quali sarà difficile separarsi. Tutti, per un motivo o per un altro, saranno capaci di strapparvi una risata. 

I miei preferiti? Be’ la madre di Roversi vince facile con le sue lasagne al ragù (non sapete che voglia mi è venuta), ma ho provato sin da subito un moto di simpatia per Zanetti, per il quale alla fine ero davvero contenta!

In “Se son rose” troviamo continui giochi di parole, associazioni, doppi sensi, assonanze, contrasti di significati. Vitali prova a “sviare” il lettore, ma il significato è sempre lì, a portata di mano, ed è impossibile non coglierlo. 

E poi c’è quella fame, una presenza costante e non proprio in sottofondo, che attanaglia continuamente Roversi e che ci fa domandare: ma di che cosa è davvero affamato?

L’ambientazione è sempre la stessa, ma quello che potrebbe considerarsi un limite, Massimo Vitali è riuscito a trasformarlo in un’opportunità. Il ritmo è tenuto alto dai dialoghi, serrati, folli, sconclusionati e toccanti e dall’alternanza di capitoli brevi.

Il finale l’ho trovato senza alcun dubbio geniale. 

Dal libro è stato tratto un film, “Nel bagno delle signore” disponibile su Sky, ma non lo so se lo vedrò, onestamente. Mi sono affezionata a questo Roversi qui.

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