“Adorazione” di Alice Urciuolo: un’esperienza da provare

“Aveva creduto che una volta dimostrato a Giorgio che non dipendeva più da lui si sarebbe trovata in un periodo gioioso e luminoso della propria vita, in un luogo privo di ombre, mentre adesso le sembrava di essere dentro una foresta sconosciuta”.

Adorazione” di Alice Urciuolo (66thand2nd) con una potente terza persona, descrive così, a un certo punto, lo spaesamento di Diana, una delle giovanissime protagoniste della storia che ci racconta.

TRAMA – A Pontinia, piccolo centro di fondazione fascista nel mezzo dell’Agro Pontino, la giovane Elena è stata uccisa dal fidanzato. A distanza di un anno, i suoi amici sono ancora divisi tra il dolore di quel trauma e il bisogno di un’adolescenza normale. Nell’arco di un’estate afosa, vissuta fra le architetture metafisiche di Pontinia e di Latina e le sensuali dune di Sabaudia, e con Roma, la grande città, sullo sfondo, si intrecciano i loro destini. C’è Diana, con la sua voglia sulla gamba che la rende tanto insicura, e c’è la sua migliore amica Vera, che sembra invece non aver paura di niente. Ci sono Giorgio, il fratello di Vera, che era innamorato di Elena e non lo ha mai detto a nessuno, e Vanessa, cugina di Giorgio e Vera e migliore amica di Elena. Intorno a loro una comunità ancora regolata nel profondo da valori patriarcali perfettamente interiorizzati, una comunità dove le famiglie sono spesso tenute insieme solo dall’ipocrisia e dal silenzio. Le ragazze e i ragazzi dovranno così crescere, perdersi e ritrovarsi da soli. Faranno i conti con il vuoto e la passione, l’insicurezza e l’ansia, l’accettazione e l’affermazione di sé. La morte di Elena assumerà per ognuno un significato diverso, e per ognuno si sovrapporrà alla propria storia personale, a un’educazione sentimentale e sessuale fatta di estremi, in cui l’amore, la tenerezza e il desiderio si mescolano alla sopraffazione, all’umiliazione e alla vergogna.

Il punto di partenza, in fondo, è una domanda semplice: in quante cose credono gli adolescenti?

Vivono spingendo al massimo l’acceleratore quando una sensazione fa battere loro il cuore o fa accapponare loro la pelle. Non hanno ancora perso il gusto di rischiare, di buttarsi a occhi chiusi, di mettere in gioco tutto per affermare la propria identità, trovare la persona giusta, vivere una situazione che li renda felici.

“… non le diede neanche il tempo di finire, le corse incontro e la baciò. Non aveva pensato di farlo quando l’aveva chiamata e non l’aveva pensato mentre scendeva dall’autobus, adesso però sembrava chiaro che si trovasse lì solo per quel motivo, sembrava che fosse l’unica cosa giusta da fare”.

E a volte, in questo volo, si schiantano, com’è normale che sia. Eppure di solito non soccombono. Perché? Perché si tengono saldamente ancorati alle amicizie. Gli amici possono vacillare, cambiare, possono essere più silenziosi, ma non ti perdono mai di vista.

Diana e Vera, Vanessa e Giorgio, Gianmarco, Rosaria, Teresa e Christian e tutti gli altri ragazzi di Pontinia si muovono disordinatamente ma con voci chiare e distinte e sempre legati sotto la lente di ingrandimento che l’autrice ha costruito e posizionato per noi sull’anno dolorosissimo che segue al femminicidio di Elena, una di loro, per mano del fidanzato geloso e possessivo.

Gli adulti non ne parlano e, soprattutto, non ne parlano con loro e così ognuno dovrà cavarsela da solo, affrontando la morte, la perdita, e imparando che si diventa adulti attraverso le scelte che di volta in volta si fanno.

“Le sembrava di essersi resa conto di quello che era successo a Elena solo in quel momento, ma aveva dovuto arrivarci da sola, perché nessuno degli adulti che adesso mangiavano e chiacchieravano intorno a lei aveva mai detto la verità. Quando Elena era morta tutti loro avevano evitato l’argomento, come se fosse una bambina, come se non potesse capire”.

E invece, loro capiscono tutto. Sentono tutto. E non sono poi così diversi da un adulto.

Adorazione” (titolo che richiama l’intensità con cui sentono gli adolescenti) si legge tutto d’un fiato e, se si abbandonano i pregiudizi sui libri adolescenziali, può regalare a ogni lettore un punto di vista diverso sulla propria vita. Non è un’esperienza da provare?

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