“La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier: strepitoso!

Quando un libro mi piace e mi emoziona, è davvero difficile parlarne. E “La sorella di Mozart” di Rita Charbonnier (Marcos y Marcos) l’ho trovato così bello che sarà praticamente impossibile rendergli giustizia.

TRAMA – Di Mozart non ce n’è uno solo. Wolfgang aveva una sorella maggiore, prima di lui bambina prodigio, pianista eccezionale e anche compositrice: Maria Anna Mozart, detta Nannerl. Il padre, geloso amministratore dei talenti e delle risorse di famiglia, per anni li fa esibire insieme davanti alle corti d’Europa. I loro destini, tuttavia, si separano quando Nannerl compie diciotto anni. Wolfgang parte con il padre per l’Italia, mentre Nannerl resta a casa a dare lezioni di piano per finanziare il loro lunghissimo viaggio. Da quel momento, l’ascesa del genio della musica diventa inarrestabile; la carriera di musicista di Nannerl, invece, è definitivamente stroncata. Non sapremo mai se Nannerl avrebbe potuto distinguersi come il fratello; purtroppo, non ne ha avuto l’occasione. Questo romanzo è per lei.

Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, detta Nannarel, era la sorella di Wolfang Amadeus Mozart, maggiore di lui di quattro anni e mezzo. I loro genitori ebbero altri cinque figli, ma morirono tutti piccoli.

Loro due crescono in mezzo alle note, agli spartiti, agli strumenti, si cibano di musica rendendola gioco, vezzo, modo per comunicare tra di loro, scambiarsi segreti, parlare una lingua che solo loro due erano in grado di comprendere e riconoscere.

Ma poi, quando la musica diventa lavoro, tutto cambia. Quando ci sono i concerti da fare e le corti da ammaliare, Nannarel viene messa da parte. Quando c’è da racimolare il denaro che serve affinché Wolfang Amadeus Mozart possa affinare il suo talento in giro per il mondo, Nannarel servirà di nuovo, diventando un’insegnante.

E il rapporto tra i due fratelli pian piano si incrina, si distrugge, alimenta sentimenti del tutto diversi dallo svago, dal divertimento, dal nutrirsi l’uno del talento dell’altra.

Rita Charbonnier tratteggia in modo viscerale questo cambiamento, tanto da farci risultare odiosi sia Mozart che il padre, soprattutto quest’ultimo. Ci sono passaggi particolarmente affilati che trafiggono il cuore, pochi molto dolci fino a commuovere.

Nannarel subirà continui soprusi, di quelli capaci di spezzare in due chiunque, ma lei riuscirà a superare anche le privazioni più gravi, perfino quelle che rischiano di far dimenticare sé stessi.

Che storia avrebbe potuto scrivere Nannarel se solo le fosse stata concessa la possibilità di nutrire il suo talento e di donarlo al mondo?

La sua vita, però, riuscì a trovare un modo per esprimersi, nella gioia di un amore che probabilmente il fratello non conobbe mai. E lei fu capace di perdono, nonostante tutto.

La sorella di Mozart” non solo è stata l’occasione per scoprire una storia che non conoscevo, ma soprattutto la possibilità di perdersi in pagine piene di emozioni, di quelle forti che scavano dentro, fino a insinuarsi nel cuore.

Una scrittura precisa, senza fronzoli, che colpisce dritta senza perdersi in inutili giri di parole. Pagine che scorrono via fluide, e che non annoiano mai. Sul finale, ammetto di essermi commossa in più di un passaggio.

Intenso, emozionante, sorprendente, “La sorella di Mozart” è un libro assolutamente da leggere.

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