“E tutt’intorno il mare” di Dominique Fortier: sono i libri a prendersi cura di noi

E tutt’intorno il mare” di Dominique Fortier (Alter Ego Edizioni) è un libro denso, emozionante e poetico, scritto con uno stile inconfondibile.

TRAMA – Era il 708 quando il vescovo Oberto decise di edificare, sull’isolotto del Mont-Tombe, un santuario dedicato all’arcangelo Michele apparsogli in sogno. Da sempre luogo di preghiera e cultura, l’abbazia di Mont-Saint-Michel diviene in quest’opera il trait d’union tra Éloi, pittore quattrocentesco dilaniato dalla perdita dell’amata, e una donna del XXI secolo impegnata a conciliare la nascita della sua prima figlia con la passione per la scrittura. Entrambi cullati dal ritmo delle parole e delle maree, circondati dalle preziose miniature dei manoscritti contenuti nella biblioteca della cosiddetta “Città dei libri”, dal profumo delle piante dell’herbularius e dal suono delle conchiglie che abitano la baia, i protagonisti si affidano al moto ondoso che caratterizza la vita di ciascun essere vivente. E se è vero che “alcuni uomini sono nati per erigere cattedrali o celebrare Dio”, è altrettanto vero che, altri, sono nati per scrivere.

Ho alzato gli occhi, pensieroso. E così, per capire i libri, non bastava saper decifrare le lettere, bisognava anche saper leggere quello che non era scritto. 

A inizio lettura non sono stata corretta nei confronti di Dominique Fortier e del suo “E tutt’intorno il mare“. Non lo sono stata perché ho cominciato a leggere convinta di trovare in queste pagine le stesse emozioni che ho provato con “Le città di carta“, un libro che mi era piaciuto davvero molto.

Non saranno state le stesse, ma ne sono arrivate altre, dritte al cuore. A un certo punto, infatti, Éloi ha del tutto conquistato la mia attenzione e vi confesso che mi sono dovuta asciugare anche un paio di lacrime verso la fine.

Quello che l’autrice ci consegna con “E tutt’intorno il mare” è un vero e proprio omaggio ai libri e alle parole. Due storie si intrecciano, anche se quella di Éloi occupa molte più pagine, in due momenti temporali diversi. Nel primo, quando un pittore che non sa leggere può arrivare a fare il miniatore, e nel secondo, quando una mamma, a cui piace giocare con le parole, non riesce a rinunciare alla scrittura.

Quello che – ancora una volta – mi ha colpita è la delicatezza, accompagnata da un’incredibile capacità espressiva, di Dominique Fortier. Nel raccontare una storia, l’autrice getta sempre lo sguardo su un particolare che potrebbe passare inosservato, si sofferma su dettagli che sanno descrivere un personaggio meglio di quanto riescano a fare pagine su pagine, ha la capacità di cogliere un istante temporale e di restituircelo in tutta la sua potenza, ancora vibrante.

Ho letto tanti libri che parlano di libri, un argomento che spesso viene usato per far presa sul lettore, ma “E tutt’intorno il mare” è senza dubbio il più bello. Perché ci dà la misura di quanto le parole siano importanti, del modo in cui condizionano le nostre esistenze, e di come siano i libri a prendersi cura di noi, non il contrario.

Credo che il romanzo abbia fatto particolare presa su di me anche perché in questi giorni ho iniziato il corso di Storia della miniatura all’università, e perché nell’ultimo anno ho studiato le biblioteche, gli scriptoria e la scrittura nei corsi dei secoli. Ho ritrovato in queste pagine molto di quello di cui ho studiato nell’ultimo anno e che mi sta affascinando, ma Dominique Fortier, con il suo stile unico, ha reso tutto ancora più bello.

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