“Un giorno” di David Nicholls: un giorno che può raccontare una vita

Recensione e foto di Tatiana Spadoni

“Un giorno” di David Nicholls (Neri Pozza) è un romanzo con una tecnica narrativa (per me) innovativa che mi ha tenuta inchiodata alle sue pagine per immaginare e scoprire la vita dei suoi personaggi.

LA TRAMA. È l’ultimo giorno di università, e per due ragazzi sta finendo un’epoca. Emma e Dexter sono a letto insieme, nudi. Lui è alto, scuro di carnagione, bello, ricco. Lei ha i capelli rossi, fa di tutto per vestirsi male, adora le questioni di principio e i grandi ideali. Si sono appena laureati, l’indomani lasceranno l’università. È il 15 luglio 1988, e per la prima volta Emma e Dexter si amano e si dicono addio. Lui è destinato a una vita di viaggi, divertimenti, ricchezza, sempre consapevole dei suoi privilegi, delle sue possibilità economiche e sociali. Ad attendere Emma è invece un ristorante messicano nei quartieri nord di Londra, nachos e birra, una costante insicurezza fatta di pochi soldi e sogni irraggiungibili. Ma per loro il 15 luglio rimarrà sempre una data speciale. Ovunque si trovino, in qualunque cosa siano occupati, la scintilla di quella notte d’estate tornerà a brillare. Dove sarà Dexter, cosa starà combinando Emma? Per venti anni si terranno in contatto, e per un giorno saranno ancora assieme. Perché quando Emma e Dexter sono di nuovo vicini, quando chiacchierano e si corteggiano, raccontandosi i loro amori, i successi e i fallimenti, solo allora scoprono di sentirsi bene, di sentirsi migliori. Comico, intelligente, malinconico, Un giorno cattura l’energia sentimentale delle grandi passioni: i cuori spezzati, l’intricato corso dell’amore e dell’amicizia, il coraggio, le attese e le delusioni di chiunque abbia desiderato una persona che non può avere.

Il 15 luglio è San Swithin e, secondo una tradizione, il tempo (meteorologico) che c’è in quel giorno si ripeterà per i successivi 40 giorni. Ma il 15 luglio è anche una data fondamentale per Emma e Dexter: si conoscono, stringono una sorta di amicizia speciale e si rincorrono durante la loro crescita.

Per noi lettori sarà l’unica finestra temporale che ci permetterà di seguirli. Sì perché la narrazione andrà avanti con i riflettori che si accendono sulle loro vite solo in quel determinato giorno di ogni anno e poi si rispengono. A noi il ruolo di riempire i buchi rimanenti, immaginando, intuendo, sperando. Vediamo i due protagonisti maturare da ragazzi incerti e idealisti ad adulti a volte cinici a volte ancora sognatori.

“Perché non mi hai detto tutto questo, che ne so, otto anni fa?”.

“Non lo so, ero troppo occupato a… divertirmi, credo”.

“Non sono il premio di consolazione. Non sono un ripiego. Mi considero qualcosa di più”.

Le tempistiche per Emma e Dexter non sono mai perfette, è un continuo rincorrersi per fermare il momento perfetto per il loro rapporto, che neanche loro sanno definire. Tante cose non dette, altre ripetute anche troppe volte, comportamenti che non dovrebbero avere ma che alla fine sono gli unici a venire fuori. Emma e Dexter sono due personaggi veri, reali, presenti.

“Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”, di solito il consiglio era questo, ma chi aveva l’energia sufficiente per farlo? Molto meglio cercare di essere buoni e coraggiosi e audaci e cambiare le cose in meglio. Non proprio cambiare il mondo, ma il pezzettino di mondo intorno a te. Coltiva le amicizie, non tradire i tuoi principi, vivi intensamente, appassionatamente. Apriti alle novità. Ama e fatti amare, se capita la fortuna.

E loro hanno la fortuna di amare ed essere amati. Non sono sicura però che lo capiscano e apprezzino fino in fondo. Ho riletto questo romanzo due volte, perché mi ha colpito, mi ha scavato dentro, facendomi pensare all’inutilità di tante azioni, ma anche alla loro inevitabilità. Non aspettatevi un romanzo rosa o un classico d’amore, qui si parla di vita vissuta, con fallimenti, sbagli e disillusioni.

Sorridi, cerca di essere naturale e di sembrare giovane e pieno di speranze e nobili ideali… pronto?

Pronto.

Ok allora, sorridi.

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