“Futuro Interiore” di Michela Murgia: un domani inclusivo e accogliente è possibile?

Recensione di Gianmarco Troia

Considero Michela Murgia una delle voci più interessanti e intelligenti in Italia (e non solo per i libri che scrive, ma anche per i post e gli articoli che pubblica). Ho iniziato con “Accabadora” ed è stata una scoperta che mi ha portato a leggere tutti i suoi libri.

Ho ricevuto in regalo “Futuro Interiore” all’inizio di giugno, ma ho iniziato a leggerlo la sera in cui si sono chiuse le urne in UK. Eravamo andati a dormire convinti che nulla sarebbe cambiato. L’indomani mattina, l’Europa era cambiata in un modo quasi incomprensibile, ma di certo imprevedibile. Le parole che avevo letto nel primo capitolo assumevano quindi un senso particolare.

“Futuro interiore” (Einaudi) è il primo saggio di Michela Murgia. L’ho trovato lungimirante e fortemente adatto ai nostri tempi, perché riprende concetti – come democrazia, cittadinanza, rapporto tra il cittadino, l’architettura e il potere – che dovrebbero essere nel nostro DNA di europei, roba per cui i nostri padri e i nostri nonni hanno combattuto e sacrificato le loro vite, ma che purtroppo abbiamo dimenticato.

Bellissimo il passaggio sull’identità che sta alla base dei comportamenti xenofobi che attraversano l’Europa (Italia compresa). La ricerca e la proposta di modelli alternativi, il rinnovamento della democrazia, in senso partecipativo, e del rapporto con il territorio, l’importanza del “disordine” contrapposti ai sistemi gerarchici sono spunti per ridare speranza e vigore al nostro futuro, preservando la pace che l’Europa ha garantito per così tanti anni.

Il libro è stato pubblicato poco prima della Brexit, ma contiene in sé tutti gli elementi che hanno condotto alla crisi (e che forse avrebbero condotto agli stessi risultati altrove). La crisi però rappresenta un’occasione per immaginare un futuro inclusivo e accogliente, ecco perché credo che questo libro dovrebbe essere letto da chi ci amministra e ci governa. Ma non solo.

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