“Le piace la musica, le piace ballare” di Mary Higgins Clark: un buon thriller

Non avevo mai letto nulla di Mary Higgins Clark e finalmente ho recuperato partendo da “Le piace la musica, le piace ballare” (Sperling & Kupfer).

TRAMA – Erin e Darcy, da sempre legate da un forte affetto, decidono un giorno di aiutare un’amica nelle ricerche per un documentario su chi pubblica o risponde agli annunci personali su riviste e quotidiani. È soprattutto Erin che si diverte a scoprire questo strano mondo… finchè un giorno non viene trovata strangolata, con una scarpetta da ballo infilata in un piede. Unico indizio, un ritaglio di giornale in cui si cerca una compagna a cui “piace la musica e piace ballare”. Darcy è decisa a trovare il colpevole, ma non sa che…

Si muove a scatti, nervosa, la narrazione di “Le piace la musica, le piace ballare“. Ho apprezzato molto la struttura in capitoli brevi, a volte brevissimi; una raffica di flash in cui il lettore è chiamato a rimanere sempre vigile e attento. Non si perde in chiacchiere la Higgins Clark, non le interessa annoiare con troppi particolari o con uno stile che non sia schietto e diretto.

C’è una storia da raccontare, in un crescente clima di tensione; c’è un lettore da confondere e spiazzare, al quale non bisogna dare troppi indizi altrimenti si rischia di rovinargli il finale. Sicuramente questo suo modo di approcciarsi alla scrittura l’ha resa una delle autrici più amate per il genere.

All’inizio entrare in confidenza con tutti i personaggi che la Higgins Clark porta in scena non è stato facile, mi sono munita di carta e penna per non perdermi nemmeno un passaggio! Andando avanti nella lettura, quando gli incastri e le relazioni si fanno più familiari e ognuno di loro si delinea maggiormente, non ne ho avuto più bisogno e ho iniziato con i primi sospetti.

Devo dire che la dinamica del thriller non si basa su elementi particolarmente originali. Il pluriomicida viene allo scoperto quando il suo ultimo delitto, a oltre 15 anni dal primo, viene considerato l’opera di un imitatore, almeno così titolano i giornali, e lui a quel punto decide di “mostrarsi” ai familiari delle vittime, dichiarando anche il suo intento finale al lettore. Un modus operandi già visto, ma che comunque non ha diminuito la mia curiosità, merito come dicevo prima dello stile dell’autrice che ha saputo catturarmi.

Erin è l’ultima vittima del serial killer e la sua amica Darcy è intenzionata a fare giustizia. Finirà, manco a dirlo, per mettersi nei guai… Quando, a trenta pagine dalla fine del libro, dice: “Sei la mia ancora di salvezza. Che fortuna”, vorresti gridare “Nooooo! Non salire su quell’auto!”. Un po’ come quando nei film dell’orrore (almeno così ho sentito dire, dato che non ne ho mai visti) c’è uno dei personaggi che scende nella cantina buia dove è sicuro che succederà qualcosa.

Siamo a trenta pagine dalla fine e solo in quel momento i nodi si sciolgono: quel piccolo colpo di fortuna aiuterà?

La polifonia dei personaggi a cui accennavo prima rende tutto più complesso: il lettore non sa mai da che parte guardare per cercare il colpevole. Devo dire che da questo punto di vista l’autrice ha fatto un ottimo lavoro di incastro. Arriva un momento in cui sono tutti dei possibili indiziati, tutti sono in qualche modo legati alla vittima (o alle vittime), e la lettura si fa sempre più smaniosa.

Sì, il dubbio ti viene, anche più di una volta; ti chiedi: “E se…?”, per poi ripensarci e magari rivalutare l’ipotesi iniziale e poi scartata. Ci sono degli indizi qua e là, ma la Higgins Clark è un’autrice che sa il fatto suo e ne lascia sempre di deboli, di effimeri. Bisogna andare avanti per sapere, per sperare che Darcy alla fine non sia l’ennesima vittima…

Le piace la musica, le piace ballare” non brilla certo per originalità ma l’impianto narrativo e lo stile dell’autrice sono assolutamente promossi. Mi sa che della Higgins Clark leggerò in futuro qualcos’altro!

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