“Nessuna notizia dello scrittore scomparso” di Daniele Bresciani: peccato per quei dialoghi…

“Nessuna notizia dello scrittore scomparso” di Daniele Bresciani (Garzanti) è un giallo, che sul finire scivola nel thriller, con una trama intrigante, ma anche con qualche pecca. Una su tutte, i dialoghi.

TRAMA – Quando Emma entra in redazione, crede che quella sarà una giornata come tante altre fra riunioni e scrittura di articoli. Ma tutto cambia nel momento in cui inizia a circolare una notizia. La notizia della scomparsa del celebre autore de I sette cerchi, avvistato per l’ultima volta davanti al mare in tempesta. Tutti conoscono Pietro Severi per il suo thriller bestseller. Nessuno sa che Emma ha avuto una relazione con lui in passato. Nessuno sa che Emma da anni non ha sue notizie, ma proprio quel giorno ha ricevuto da lui una busta con all’interno poche pagine. Pagine pericolose che parlano di un padre assassino e di un figlio che non sa come gestire questa ingombrante eredità. Verità o finzione? Autobiografia o l’incipit di un nuovo romanzo? Emma finge indifferenza e spera di non dover essere lei a scrivere un articolo sul caso. La sua storia d’amore con lo scrittore, finita molto tempo prima, deve rimanere un segreto com’è sempre stata. Non ha indizi e non ha idea di dove cercare e cosa cercare. Eppure, a ogni minuto che passa la sua vita è sempre più in pericolo. Perché c’è qualcuno che vuole quelle pagine. C’è qualcuno che vuole a tutti i costi coprire un passato sanguinoso e inconfessabile. Emma si sente come una pedina in un gioco più grande di lei. Un gioco in cui la realtà può essere più spaventosa del più inquietante dei gialli.

La trama di “Nessuna notizia dello scrittore scomparso” è davvero ben costruita: c’è una netta distinzione tra personaggi buoni e cattivi, che non mancherà di riservare sorprese nel finale, capovolgendo alcune certezze; un romanzo dentro il romanzo; indizi sparsi; la giusta dose di suspense che incita ad andare avanti.

Ma ci sono, a mio modesto parere, alcune pecche. Proverò a spiegarle nella speranza di non sfociare nello spoiler.

Per prima cosa non mi è chiaro l’evolversi del rapporto tra Emma e Matteo: durante gli anni si parlano a malapena e poi non riescono più a staccarsi nemmeno per cinque minuti? Non voglio dire che abbiano bruciato le tappe e che avrei voluto leggere di qualche appuntamento, non è questo il punto, solo che non capisco come una persona riesca a ottenere la completa fiducia di un’altra – in un momento delicatissimo – dall’oggi al domani.

L’indizio “rivelatore” gioca un ruolo strano: di norma non è il/la protagonista ad avere “l’illuminazione”? In questo caso sono prima Matteo a insistere e poi lo “strambo” Massimo a dare la soluzione (infatti nelle ultime pagine, a Emma arriverà una ripassata perché ci ha messo tre settimane a capire…). Diciamo che il “dove andare a finire” l’avevo intuito ancora prima dell’indizio, ma essendo stato concepito con una finezza linguistica molto interessante, gli avrei dato molta più importanza e avrei coinvolto ancora di più il lettore.

Il “romanzo nel romanzo”, quegli estratti, sono molto interessanti: una scrittura asciutta, fredda, e nello stesso tempo molto di impatto. Ne avrei letti volentieri degli altri. Diciamo che è chiaro come I sette cerchi sia diventato un bestseller!

La scrittura in generale mi è piaciuta molto, del resto l’autore non è un esordiente e lavora tutti i giorni con le parole, ma i dialoghi? Non capisco proprio come siano stati pensati! A volte sono talmente brutti e mal costruiti, poco credibili e per nulla naturali, da rovinare il ritmo della lettura. Per non parlare di tutti quei puntini di sospensione: spesso e volentieri mi hanno dato sui nervi. Peccato, perché in più di un’occasione hanno sviato la concentrazione e hanno reso le situazioni meno d’impatto.

In “Nessuna notizia dello scrittore scomparso” c’è un enorme potenziale, ma anche dei punti deboli che fanno continuamente oscillare la bilancia. Peccato l’ho già detto, ma è proprio il caso di ripeterlo!

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