“Ricettario amoroso di una pasticcera in fuga” di Louise Miller: un libro molto, ma molto, dolce!

A volte capita di finire un libro senza nemmeno accorgersene. O meglio, te ne rendi conto che sta per finire quanto ti devi alzare dal divano per prendere un fazzoletto, ma poi, quando lo chiudi, hai il sorriso sulle labbra. Ecco come mi sento dopo aver terminato di leggere “Ricettario amoroso di una pasticcera in fuga” di Louise Miller (Sonzogno), un libro arrivato sul mio comodino in un momento particolare, letto in due giorni duranti i quali avevo proprio bisogno di avvertire la presenza di un personaggio come Henry, di assaporare le sue parole, specie quelle dette attraverso la moglie Dotty.

So che non è lui il protagonista della storia, ma mi piace pensare che è stato vicino a me come lo è stato per Olivia e Martin, mi ha commossa la sua voglia di vivere e la sua intelligenza sincera.

Detto questo, il libro è davvero delizioso, ma non è assolutamente consigliabile per chi in questo momento sta provando a seguire una dieta…

LA TRAMA – E non tutte le ciambelle riescono col buco. Eppure Olivia Rawlings, rinomata pasticciera del più esclusivo club di Boston, sembra fare eccezione: con le sue forme abbondanti e i capelli tinti di viola, colleziona un successo dietro l’altro, concedendosi a servizi giornalistici e apparizioni televisive, nonché a una relazione clandestina col suo datore di lavoro, padre di famiglia. Una vita dolce e piena di sapore, almeno fino al giorno della festa per i 150 anni del club, quando Olivia, sotto gli occhi di tutti, incendia non solo la torta flambé ma l’intero locale. La sua carriera è – letteralmente – in fumo, e le tocca abbandonare il glamour della metropoli per rifugiarsi a Guthrie, uno sperduto paesino del Vermont, patria di musiche e balli folkloristici. Immersa nella vita di provincia in compagnia del cane Salty, Olivia crede di ritrovare la tranquillità necessaria per riordinare le idee. Tanto più che la burbera Margaret la assume come pasticciera nella propria locanda. Per una cittadina come lei, la casetta con veranda, il frutteto, la fragranza dei cibi genuini e le serate danzanti con la band del luogo sono un vero idillio. E l’incontro con Martin, tornato da Seattle per accudire il padre malato, la persuade di non essere più così sola al mondo. Ben presto, però, qualcosa si incrina: nel piccolo paese i pettegolezzi cominciano a girare e la nuova arrivata, dipinta come una rovinafamiglie, ne è l’oggetto preferito. Fino a quando una visita a sorpresa getterà il villaggio nello scompiglio e Olivia si troverà a dover decidere se continuare a scappare o impastare gli ingredienti che la vita sembra offrirle. E magari scoprire che quel che vuole davvero non è come lo immaginava, ma addirittura migliore.

Raccontare la storia senza spoiler è quasi impossibile quindi mi limiterò a qualche impressione personale. Oltre ad aver molta fame e a rendermi conto che non potrò mai fare una torta di mele nemmeno da premio di consolazione, mi sono fermata a riflettere sul “sentirsi realizzata”.

Olivia ha già una carriera brillante alle spalle, nonostante abbia solo 32 anni. Ha lavorato in posti di lusso, è stata intervistata per giornali importanti, sembra essere una donna “realizzata”. Eppure lei non si sente così, proprio perché in fondo non lo è. Come potete immaginare, non è stato difficile immedesimarsi in lei, sentire di non essere nel posto giusto, credere di non stare facendo abbastanza per essere felici. Penso che a tutti sia capitato di sentirsi in questo modo, nonostante si abbiano delle certezze e un posto da chiamare “casa”.

Per Livvy, sarà un anno denso di stravolgimenti, di ritorno a tradizioni del passato e di scoperta di valori nuovi, fin quando capirà davvero di cosa ha bisogno. Che, in fondo, è ciò che ognuno auspica per se stesso. Magari davanti a un bel pezzo di torta alle mele!

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