Recensione in anteprima: “Le pagine che ci legano ogni sera” di Laura Riñón Sirera

Le pagine che ci legano ogni sera” di Laura Riñón Sirera (Sperling & Kupfer) arriva in libreria domani, 18 settembre. Letto tutto d’un fiato, è un romanzo particolarmente emozionante. Nei suoi ringraziamenti, l’autrice scrive: “Cari scrittori che siete entrati nella mia vita senza chiedere il permesso scombussolando le mie emozioni senza pensare alle conseguenze, grazie”. Il mio grazie di oggi è per Laura Riñón Sirera.

TRAMA – Carolina è proprietaria di una libreria nel centro di Madrid; si chiama JO, come la protagonista del suo primo romanzo preferito. Che diventasse libraia era scritto nel destino, ne è certa. Non poteva essere altrimenti, dopo un’infanzia trascorsa ad ascoltare ogni giorno storie di fantasia, o aneddoti della vita di qualche scrittore, in un appartamento in cui le citazioni dei libri erano persino trascritte sulle piastrelle della cucina, e il luogo più sacro della casa era un’enorme biblioteca, tempio della passione per la letteratura dei suoi genitori. Non c’è ricordo del passato in cui non faccia capolino un romanzo, o un sogno scritto da altri che lei ha fatto suo. Per Carolina, realtà e immaginazione sono inestricabili. Ora, ogni sera, saluta sua madre leggendole un libro a voce alta. Pagine con cui spera di risvegliarla dopo l’incidente che l’ha costretta in ospedale, in uno stato di incoscienza che la porta alla deriva. Per questa terapia letteraria, Carolina ha scelto i suoi romanzi e versi preferiti, non quelli della madre: da Piccole Donne a La signora Dalloway, da Irène Némirovsky a Sylvia Plath. Perché per riportarla alla vita deve riavvicinarla a sé, ancorarla al suo essere e alla sua presenza. Così, attraverso le autrici che più ama, apre il suo cuore per la prima volta alla madre; attraverso le parole dei suoi personaggi prediletti, si racconta come mai aveva fatto. Come in un percorso catartico, pagina dopo pagina Carolina finirà per ritrovare se stessa, riscoprire pur nel silenzio un dialogo con la madre, riconciliarsi con i ricordi più dolorosi della sua famiglia. Regalando a ognuno dei suoi cari il proprio lieto fine. Vero o immaginato che sia.

Sono tanti i motivi per cui mi è piaciuto “Le pagine che ci legano ogni sera“. Primo fra tutti il fatto che i libri, in questo romanzo, non sono stati inseriti solo per far gola. Non so perché noi lettori amiamo i libri che parlano di libri – è come se non ne avessimo mai abbastanza! -, ma so che spesso capita di inciampare in delle fregature belle e buone.

Carolina, la protagonista de “Le pagine che ci legano ogni sera“, oltre a essere la proprietaria di una bellissima libreria (che invidia!) è davvero una lettrice. Sa cosa si prova a perdersi tra le pagine di un libro a ad avere “il coraggio di scappare” da un romanzo perché leggerlo è troppo faticoso, troppo doloroso.

Sono i libri a sceglierci, le opere aspettano il loro turno fino a quando siamo pronti a farle nostre. Frasi o paragrafi che restano per sempre dentro noi lettori, e personaggi cui diamo vita, che albergano nei nostri cuori, confidenti spontanei e compagni fedeli.

A Carolina, quarantenne da pochi mesi, sono venuti a mancare entrambi i genitori, seppure in modo diverso. A causa di un incidente in mare, suo padre è morto, mentre sua madre Barbara è riuscita a sopravvivere, ma ha smesso di parlare e adesso si trova in una struttura ospedaliera, chiusa nel suo mutismo.

Per provare a instaurare un contatto con la madre, Carolina accoglie la proposta di suo fratello gemello, Guillermo, ovvero raccontarsi attraverso le parole dei libri che sono stati significativi in determinati momenti della sua vita. Aprendosi con la madre in un modo che non aveva mai fatto prima, secondo me per il timore di essere giudicata o di non venir compresa, finirà per riconciliarsi con se stessa.

Ma se vuole davvero che la madre le cammini al fianco mentre lei racconta chi è, deve avere coraggio e strappare la maschera alla sua vulnerabilità. E se vuole essere onesta con lei, deve esserlo innanzitutto con se stessa.

Quello di Carolina sarà un percorso doloroso ma necessario. “Cammino sulle punte, per timore di risvegliare i miei ricordi”, ammette. Scaverà nella sua anima, riaprendo vecchie ferite, capendo se stessa, ammettendo di aver vissuto “per anni rintanata nell’ombra”, nel passato anziché nel presente, e infine, perdonandosi. “Devi perdonarti una volta per tutte, Carolina. Devi slegarti dal passato e guardare avanti”, le dice il fratello.

Le parole diventano per Carolina l’unico modo per alleviare il peso che si porta dentro, per liberarsi dalla zavorra che l’aveva paralizzata. Comincia così con “Piccole donne”, per poi passare a Sylvia Plath e Irène Némirovsky e non solo.

Non li ho selezionati in base alla storia che raccontano, ma perché leggerli mi riporta al passato. È curioso come alcune opere arrivino nella nostra vita proprio nel momento più opportuno. A volte mi domando chi scelga chi…

Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Carolina descrive le sue sensazioni, l’ho sentita davvero vicina mentre si racconta, soffre o sorride. Viaggiare con lei a ritroso, tra i suoi ricordi, e vederla riappropriarsi del suo presente è stato davvero emozionante.

Ricordare, perdonare, dimenticare e andare avanti. Nell’ultimo mese ho dissotterrato talmente tante cose e mi sono spogliata di così tanti strati, che ho la sensazione di soffrire di un cambio di personalità.

C’è un tema molto delicato che riguarda il personaggio di Andrea, che ovviamente non anticipo. L’autrice, a mio avviso, lo ha affrontato con una delicatezza e un rispetto rari. Non era facile, ma ha colto nel segno.

Ne “Le pagine che ci legano ogni sera” si affronta anche l’amore, nelle sue diverse declinazioni, regalandoci tante sfumature, dalla passione alla sofferenza, fino a capire che l’amore per gli altri deve necessariamente essere preceduto dall’amore per se stessi.

Con uno stile semplice e lineare, ma non per questo meno accattivante, Laura Riñón Sirera racconta una storia originale che risulta di forte impatto emotivo, e ci regala dei personaggi a cui è facile affezionarsi.

Il percorso di Carolina potrebbe farlo ognuno di noi, avendone davvero il coraggio. Chi lo sa, magari, un giorno… Intanto iniziare dal romanzo è sicuramente una buona idea!

Questo libro mi è stato gentilmente inviato in anteprima dalla casa editrice Sperling & Kupfer.

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